“Da piccolo mi ricordo che accompagnavo mio padre agli allenamenti delle diverse squadre dove lavorava. Quando ero bambino prendevo la palla e iniziavo a correre, da più grande ho iniziato a giocare con mio fratello. A volte tornano alla mia memoria ricordi con Hugo Conte, quando mi lanciava la palla e facevamo una specie di attacco-difesa”, così ricorda i suoi primi passi nella pallavolo il libero della nazionale Argentina che vince il bronzo a Tokyo l’anno scorso, figlio minore di Fernando “el tano” Danani, preparatore atletico importante per il volley argentino.

Santiago Danani, 3 volte al podio con la maglia dell’Argentina in diverse categorie, miglior libero della Superlega Italiana con Padova e ora giocatore del Berlin Recycling Volleys in Germania.

Danani al Mondiale U21 nel  2015

Quando aveva sei o sette anni ha scoperto che voleva essere giocatore di pallavolo. Ma il momento clou è stato dopo aver finito la scuola, quando ha giocato con la maglia Argentina nel Mondiale Under 21 2015. “Li mi sono detto: questo è quello che voglio fare della mia vita”.

LA DECISIONE DI GIOCARE IN BUNDELISGA

La società che rappresento adesso ha un sacco di storia e abbiamo degli obbiettivi molto sfidanti. Nella prima partita ufficiale dell’anno, abbiamo vinto la Super Coppa, e ora, l’obbiettivo più vicino è vincere la Coppa della Germania e vincere la Lega.  La Champions è decisamente il campionato più bello che c’è nel mondo: abbiamo vinto in campo tre partite e un’altra è stata cancellata per casi di Covid nell’altra squadra, per cui abbiamo ne abbiamo vinto 4 e siamo leader nel nostro gruppo.  La squadra è molto convinta che possiamo fare anche di più.

“Dopo tre bellissimi anni in Italia, dove ho imparato tanto, volevo andare ad una squadra che mi desse l’opportunità di lottare per vincere tutto, e la sfida che mi ha proposto la squadra di Berlino mi è piaciuta molto”.

“La squadra attuale ha molta qualità, il livello di esigenza negli allenamenti è molto forte, poche volte l’ho visto così alto e nessuno ha il posto assicurato. Il fatto di competere per il tuo posto costantemente ti fa dare il massimo di te stesso.

Abbiamo giocato finora 20 partite e le abbiamo vinte tutte. È anche importante vincere giocando non tanto bene, in altre squadra magari se non giochi ad alti livelli, è impossibile vincere. Tutto questo richiede uno sforzo in più non solo fisico, anche mentale e posso dire che mi piace tanto”.

Santi, con la maglia del Berlin e con i suoi genitori che sono andati a trovarlo.

Berlino è una città incredibile, bellissima, molto diversa a quelle a cui sono abituato a vivere, diversa dall’Italia dove ho vissuto ad esempio, che ha le strade piccoline, i vicoli, casette. Qui è tutto grande, strade grandi, viali enorme, monumenti ovunque. La gente è molto cordiale. A me piace molto imparare cose delle diverse culture, e qui mi sento molto a mio agio”.

I primi mesi ho fatto un po’ di fatica con la lingua. A dire il vero ho solo un compagno di squadra che è tedesco, insieme ai medici, fisioterapisti, etc, ma poi tutto il resto del gruppo parla inglese. Per questo, lo sforzo di imparare la lingua è abbastanza grande. Non consideravo neanche che avevo un inglese molto fluido all’inizio, ma ora credo che abbia migliorato tanto.

“In tedesco posso dire solo “ciao”, “grazie” e non molto di più. A Berlino tutto il mondo parla inglese, per cui è difficile che tu abbia dei problemi se sai molto bene l’inglese”.

ITALIA E LA SUPERLEGA

Negli ultimi anni sono cresciuto tanto. Prima di sbarcare in Italia come giocatore, ho partecipato alla Volley National League del 2018, dove credo che ho fatto un po’ di fatica perché è stato il mio primo torneo con la Nazionale. Nel passato, avevo giocato con la nazionale giovanile, ma qui giochi con grandi della pallavolo, con i migliori. Come dicevo prima, ho fatto un po’ di fatica, ma ho imparato molto”.

La VNL, il suo primo grande torneo con la maglia argetina.

“Subito dopo la VNL, sono andato a giocare a Padova. Anche qui, ci è voluto un po’ per la lingua, anche se è più simile allo spagnolo, per cui mi sono abituato abbastanza rapido. In Italia sono stato molto bene, ho ingranato da subito, sia con i compagni che con la gente in generale. In quei tre anni sono cresciuto tanto, sono diventato un giocatore più competitivo e maturo. Il fatto di dover dare sempre il massimo mi ha aiutato tanto a crescere professionalmente ma anche personalmente, e caratterialmente soprattutto. In questa lega tutti hanno un livello altissimo, e capiscono molto bene la pallavolo”.

“All’inizio, l’allenatore mi dava le linee guida e io dicevo: si, certo…. ma all’interno mi domandavo cosa mi stesse chiedendo. Con il passare del tempo ho capito tutto molto meglio. Qui si gioca ad altri livelli e io non ero abituato. Mi sono adattato alla velocità della palla, che è più forte, i giocatori spaccano di brutto. In queste competizioni metti da parte il manuale e inizi a giocare in modo totalmente diverso”.

17/12/2020, PADOVA – Volley Super Lega: Kioene Padova vs Consar Ravenna. Danani.

TRE TRAGUARDI UNICI

“Il mio primo torneo con la Nazionale Argentina è stato in Messico nel mondiale Under 21 nel 2015. Qui siamo arrivati in finale, ma l’abbiamo persa contro la Russia 3-2, nonostante vincevamo 2-0. Per me è stata una esperienza incredibile, e non solo perché era il mio esordio con la maglia argentina. La formazione russa contava con quasi tutti giocatori della nazionale maggiore”.
(Nota: in questo torneo Danani vince il premio come miglior libero)

Argentina, nel podio del Mondiale U23 , Egitto 2017

“Due anni dopo, nel mondiale Under 23, siamo arrivati ancora una volta in finale contro la Russia. Per arrivarci a quella finale avevamo lasciato per strada grande squadre.

Per fortuna, stavolta siamo riusciti a vincere la finale e coronarci come i campioni del mondo. Una storia molto bella e incredibile. (Nota: per questo mondiale si ha introdotto il sistema ai migliore di 7 sets di 15 punti come modalità esperimentale).

E poi, è arrivato Tokyo 2021. Il sogno più grande di ogni giocatore. Il mio personale è giustamente vincere una medaglia olimpica con la maglia del mio paese e per fortuna ci sono riuscito nella prima opportunità che ho avuto. Ovviamente la prima cosa che ti viene in mente passato un po’ di tempo è che vorresti viverlo di nuovo, vincere un’altra medaglia, di un altro colore. Sono stati 10 giorni molto intensi, di una pazzia incredibile. Poche volte ho goduto tanto dentro un campo di gioco. Come squadra eravamo “uno”, letteralmente, non c’erano individualità. Per noi questa è la storia più bella mai vissuta”.

“Devo dire che dal momento in cui Marcelo Mendez ha schierato la formazione, mi sono focalizzato solo in godere ogni momento. Questo è il sogno della mia vita e lo voglio vivere intensamente. Quando la competizione è iniziata, nessuno sapeva come poteva finire, io volevo finire con la sensazione di darlo tutto, di essere coraggioso, di sbagliare, cadere e rialzarmi. E soprattutto, divertirmi.  Questo è il mio lavoro, ma nel mio lavoro mi voglio divertire”.

“Poche volte mi è capitato di sbagliare in campo ed avere cinque compagni che mi guardando e mi dicono “Dai, non succede nulla, la prossima…”. Quelli che erano in panchina o lo staff, tutti avevano questi atteggiamenti. Eravamo consapevoli che se avessimo voluto essere i migliori, non avremmo potuto regalare nulla. Certo che abbiamo avuto di fronte squadre di altissimi livelli, ma uno dei nostri punti forti è stata l’unità come squadra.

I PROSSIMI PASSI

“Ora dobbiamo essere intelligenti e approfittare questo traguardo per quello che viene. La base di giocatori che abbiamo è molto buona e di alto livello, ci sono anche tanti giovani che premono e vorrebbero anche provare a essere in nazionale. Prima del Mondiale in Russia, ci sarà la VNL: tante partite in poco tempo, ma questo ci aiuterà a tornare ad allenarci tutti insieme. Sarà un anno abbastanza lungo e con tante competizioni, uno non può sapere cosa succederà, ma io sono molto fiducioso e credo tantissimo in questa squadra, sarà un anno interessante”.

Sogno tanto con vincere un’altra medaglia. Quando ho presso per prima volta quella di bronzo ho sentito una soddisfazione enorme, quella di aver compiuto il mio grande sogno, quello che desideri dal primo momento in cui prendi una palla. Immediatamente dopo averla toccata mi sono detto: “Voglio un’altra, ma di un altro colore”. Questa ambizione e questa voglia la condivido con tutto il gruppo della Nazionale e vorremo fare sempre di più.


Intervista: Gabriel Rosenbaun | Traduzione: Paola López Marchetti


Foto: Volleyball World / cev.eu / legavolley.it. / FIVB / redes sociales Santiago Danani

L’INIZIO. Santiago Danani comincia giocando mini volley a Scholem, dove il papa lavorava come preparatore atletico. Quando aveva 9 anni è andato a giocare a Ciudad de Buenos Aires dove ha ottenuto l’autorizzazione per giocare professionalmente. Tra i 13 e i 16 anni veste la maglia di GEVP e poi gioca nel Velez Sarsfield di Liniers, sembre a Buenos Aires.